In questa guida si trova un fac simile liberatoria telecamere per videosorveglianza dipendenti Word da scaricare.
Nella guida si trovano anche le informazioni necessarie per usare il modulo nel modo corretto.
Come Compilare il Modulo Liberatoria Telecamere Per Videosorveglianza Dipendenti
La normativa consente l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’interno delle aziende a condizione che non siano diretti al controllo delle attività dei dipendenti. Le telecamere non devono, infatti, essere utilizzate per monitorare se, come e quanto i lavoratori svolgono le loro mansioni. Lo Statuto dei lavoratori indica le sole finalità per cui è consentita la videosorveglianza
-scopi organizzativi e produttivi: ad esempio, una telecamera posizionata all’ingresso di un negozio per monitorare l’afflusso di clienti
-protezione della sicurezza sul lavoro: ad esempio, una telecamera all’ingresso di una banca per scoraggiare rapine o vicino a macchinari pericolosi per prevenire infortuni
-salvaguardia del patrimonio aziendale: per esempio, una telecamera vicino agli scaffali di un supermercato per prevenire furti da parte di clienti o dipendenti.
L’attivazione di un sistema di videosorveglianza sul lavoro, nel rispetto delle tre finalità sopra indicate, è un processo complesso. Il datore di lavoro non può installare telecamere a suo piacimento, ma deve prima richiedere un’autorizzazione. Questa può essere concessa, in alternativa, da
-sindacati aziendali, RSU o RSA; a questi il datore di lavoro deve inviare una comunicazione preventiva e poi trovare un accordo sui luoghi e modalità di installazione degli impianti;
-se non ci sono sindacati aziendali o l’accordo con questi non è possibile, il datore di lavoro deve richiedere l’autorizzazione dalla Direzione Territoriale del lavoro. Per ottenerla, le aziende devono presentare un’istanza specifica utilizzando i moduli disponibili sul sito dell’INL. Se gli impianti sono installati per motivi di “sicurezza sul lavoro”, l’istanza deve essere accompagnata dagli estratti del DVR, dai quali risulta che l’installazione di dispositivi di controllo a distanza è necessaria ed adeguata per ridurre i rischi di salute e sicurezza cui sono esposti i lavoratori.
Come si è visto, la legge non richiede l’autorizzazione dei dipendenti, che però devono essere informati della presenza delle telecamere una volta ottenuta l’autorizzazione.
Il datore di lavoro non può installare il sistema di videosorveglianza senza aver prima ottenuto il consenso dei sindacati o, in alternativa, l’autorizzazione della DTL. In caso contrario, non è sufficiente inviare una comunicazione ai dipendenti e ottenere il loro consenso. Infatti, la liberatoria dei lavoratori non ha valore legale e, pertanto, non elimina l’illecito commesso dal datore di lavoro; ciò vale anche quando la videosorveglianza è effettuata per scopi consentiti dalla legge (ad esempio, contro i furti). Tale principio è stato
affermato dalla Cassazione .
Secondo la Corte, il datore di lavoro che installa un sistema di videosorveglianza in azienda senza aver prima raggiunto un accordo con i sindacati deve essere condannato. Ciò vale anche se l’accordo è firmato dai dipendenti, che si dichiarano favorevoli, e le telecamere servono a proteggere il patrimonio dell’impresa. Infatti, il consenso dei dipendenti è irrilevante, poiché essi rappresentano la parte più debole nel rapporto di lavoro e, di conseguenza, sono inclini a firmare qualsiasi documento presentato dal datore di lavoro, senza poter obiettare.
L’accordo preventivo con i dipendenti non esclude la responsabilità del datore di lavoro, in quanto la procedura prevista dallo Statuto dei lavoratori è imprescindibile e si giustifica proprio con l’indiscutibile forza economica e sociale dell’imprenditore rispetto ai dipendenti, e quindi con la sproporzione esistente tra le rispettive posizioni.
Il legislatore affida la regolamentazione degli interessi alle parti sociali e, in subordine, all’autorizzazione amministrativa, per rimediare a una diseguaglianza di fatto, escludendo che i singoli lavoratori possano in qualche modo autorizzare la videosorveglianza. Infatti, all’azienda basterebbe ottenere la firma su una liberatoria al momento dell’assunzione per poter utilizzare ogni tecnologia di controllo, il tutto grazie a un consenso viziato perché, diversamente, il lavoratore non otterrebbe il posto o potrebbe comunque temere l’esclusione.
L’installazione di apparecchiature che permettano anche il controllo dell’attività dei lavoratori deve sempre essere preceduta da un accordo tra il datore di lavoro e le rappresentanze sindacali dei lavoratori. In assenza di tale accordo, il datore di lavoro deve far precedere l’installazione da una richiesta di autorizzazione alla Direzione territoriale del lavoro.
Fac simile Liberatoria Telecamere Per Videosorveglianza Dipendenti Word da Scaricare
In questa sezione mettiamo a disposizione il modello liberatoria telecamere per videosorveglianza dipendenti Word da scaricare sul computer.
Una volta completato il download, è possibile compilare il modulo inserendo le informazioni mancanti. Il fac simile editato può poi essere convertito in PDF o stampato.
Luca Sanna è un autore specializzato in questioni di diritti dei consumatori, che lavora presso un'associazione dei consumatori. Con il suo blog, mette a disposizione dei suoi lettori moduli utili, insieme a informazioni dettagliate sulla loro compilazione.